“Chi dorme non piglia pesci”
dicono. E chi è sospeso li contempla mentre nuotano, aggiungo. Vi è mai capitato, in amore, di essere sveglie ma in attesa di un segnale per muovervi? Ecco, ci sono situazioni in cui ci sentiamo pronte ad affrontare streghe e draghi. Eppure restiamo lì, ferme, in attesa che qualcuno ci dia la spada per combatterli.
Un tradimento compiuto che non trova il giusto modo di essere comunicato, una pausa di riflessione in cui è rimasto poco su cui riflettere, un calo temporaneo di sentimento che aspetta di trovare spiegazioni. Poi una raffica di domande che si alimentano da sé, un turbinio di pensieri che girano per la testa. Rimpianti, rimorsi. O, ancora, il risentimento per non aver ancora incontrato la persona giusta: quando si parla d’amore, c’è sempre qualcuno o qualcosa da aspettare, mentre tutto il resto intorno a te si muove.
Ci ho pensato su e ho trovato un nome adatto a descrivere questo tipo di persone, sveglie ma ferme: le contemplatrici di pesci. Con alcune ho anche scambiato due chiacchiere (ormai non è difficile trovarle in città). Sono irritate, si sentono impotenti e non ce la fanno più ad aspettare. “Almeno a dormire non ci si annoia” - mi ha detto l’altro giorno una di loro - “…invece l’attesa a occhi aperti è una tortura…”. In effetti guardare gli altri (pesci o persone che siano, a questo punto siamo tutti nello stesso mare) muoversi in su e in giù ogni giorno e vivere la propria relazione, mentre sei ancora immobile con i tuoi interrogativi sentimentali in mano… facile non è. E, anche se l’invidia non fa parte di te, un po’ di amarezza potrà nascerti dentro, nel vedere quella serenità emotiva altrui che un tempo condividevi anche tu.
C’è da dire però che contemplare i pesci ha anche i suoi vantaggi. Si impara a osservare i comportamenti altrui, a vedere quanto degli altri c’è nel proprio atteggiamento. A smascherare la finzione, quando capiterà davanti, e a riflettere sulla veridicità di alcune convinzioni. A comprendere dove è meglio dirigersi e da cosa è opportuno tenersi alla larga. E’ il beneficio che si trae dal contemplare gli altri: qualche riflessione su di te dovrai pur farla!
Infine una speranza resta: che arrivi un elemento sorpresa a farti rimanere a bocca aperta.
Forse, sì, è meglio avere la testa sott’acqua che tra le nuvole. L’unica cosa è che bisogna allenarsi alle attese: respirare laggiù è un po’ più difficile!
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